Nuova Democrazia: combattere la violenza di Stato in Grecia

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Uno sguardo da Exarchia mentre si profila la resa dei conti

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Il quartiere ateniese di Exarchia, in Grecia, è conosciuto in tutto il mondo per essere l’epicentro dell’anarcoinsurrezionalismo. Per parecchi anni, anarchici e rifugiati hanno lavorato congiuntamente per occupare edifici, creare alloggi collettivi e centri sociali in grado di erogare parecchi servizi non controllati dallo Stato. A partire da agosto, il nuovo Governo ha effettuato una serie di raid su larga scala atti a colpire immigrati, anarchici e altri ribelli, revocando inoltre l’autonomia precedentemente concessa alle università e introducendo una vasta gamma di nuove misure e tecnologie repressive. A oggi, lo Stato ha concesso due settimane alle restanti case occupate per stipulare contratti di locazione con i proprietari o affrontare lo stesso destino. Il termine scade il 6 dicembre, giorno in cui, da dieci anni a questa parte, gli anarchici commemorano l’anniversario dell’assassinio compiuto dalla polizia del quindicenne Alexis Grigoropoulos e l’ondata di rivolte che ne seguirono.

Il nuovo partito politico al potere in Grecia, giustamente chiamato Nuova Democrazia, è descritto da alcuni organi di stampa come di “centro destra,” in contrapposizione ai veri e propri partiti fascisti come Alba Dorata; infatti, Nuova Democrazia ha adottato buona parte del suo programma repressivo e xenofobo direttamente dalla destra fascista, perseguendo al contempo la strategia neoliberista del capitale finanziario internazionale. Il Primo Ministro Kyriakos Mitsotakis, rappresentante ereditario della classe capitalista figlio di un altro Primo Ministro, è l’incarnazione di quella casta politica che vuole rimuovere le ultime tutele a protezione dei lavoratori e della povera gente additando come capro espiatorio chi oppone resistenza.

Nell’intervista riportata qui di seguito, un anarchico ateniese descrive nel dettaglio l’inasprimento della repressione governativa e analizza la posta in gioco nell’ambito di questa lotta. Questo non è altro che un tentativo per cancellare e riscrivere la storia dei movimenti partigiani greci e mondiali - in modo tale da far sì che il 17 novembre e il 6 dicembre, date in cui i dimostranti commemorano chi è stato assassinato dallo Stato, segneranno invece il trionfo della repressione - cosicché il nome Pantere Nere non farà venire in mente l’organizzazione politica dei neri americani creata per l’autodifesa e la sopravvivenza, ma definirà le camicie nere delle nuove forze di polizia incaricate di pattugliare le metropolitane e le aree turistiche. Emulando i dimostranti di tutto il mondo, i poliziotti greci terrorizzano i pedoni che passeggiano per Exarchia accecandoli con puntatori laser. Tutto ciò sottolinea quanto il gioco si sia fatto duro: dal Cile a Hong Kong, è scoppiata una guerra aperta tra chi aspira a governare e chi aspira alla libertà.

Abbiamo previsto quest’ondata di reazioni fin dal 2015, anno in cui salì al potere il partito di sinistra Syriza. Qualcosa di simile è accaduto in Brasile non molto tempo fa: il Partito dei Lavoratori (PT) ha guidato il Paese per anni introducendo riforme sociali minori, perseguendo al contempo un programma neoliberale e reprimendo movimenti per il cambiamento sociale, creando essenzialmente le condizioni affinché l’estrema destra salisse al potere e si vendicasse sulla popolazione, culminando con la vittoria elettorale di Jair Bolsonaro. Laddove alcuni sinistroidi pensano che questo sia un motivo per rimanere fedeli ai partiti di sinistra, non importa cosa facciano, noi pensiamo che gli eventi accaduti in Brasile e in Grecia debbano fungere da memento per ricordarci che nessuna strategia elettorale può sostituire il tipo di organizzazione orizzontale collettiva che un giorno potrebbe permetterci di abbattere lo Stato.

La repressione in Grecia ci offre la possibilità di rivalutare l’efficacia delle attuali tattiche e strategie anarchiche in un contesto in cui sono utilizzate da parecchie migliaia di persone. Non dovremmo incolpare gli anarchici ellenici perché ne sono colpiti; la storia non è ancora giunta al termine e, come in Cile, quest’inasprimento potrebbe addirittura contribuire ad ampliare e rendere più forte il movimento contro lo Stato. Al massimo, potremmo ipotizzare che quest’ondata repressiva illustri le difficoltà odierne nel mantenere un territorio fisso quando i Governi, che temono per la loro stabilità, stanno colpendo con tutte le loro forze. L’epoca del cessate il fuoco è finita. Nei prossimi anni sarà impossibile difendere le zone di autonomia senza che si scatenino rivolte sempre più imponenti contro l’autorità.

La solidarietà internazionale è un aspetto essenziale di questo processo. Incoraggiamo tutti nel tenersi informati su ciò che accade in Grecia sia per supportare gli arrestati sia per compiere azioni solidali nelle ambasciate greche e altrove.

Qui di seguito l’intervista.

La polizia antisommossa sorveglia l’ambasciata americana e circonda i manifestanti anarchici ad Atene il 17 novembre.


L’ultima volta abbiamo parlato è stata in agosto. Cos’è successo da allora?

Da agosto, il Governo greco ha superato ogni aspettativa. È difficile decidere da dove iniziare per elencare i casi di brutalità e terrore che negli ultimi tre mesi hanno colpito il movimento anarchico, le minoranze e tutti gli esclusi o chi è in disaccordo con la nuova amministrazione.

Ciò che accadrà in seguito farà passare in secondo piano la dura repressione che è già stata messa in atto. Ogni giorno mi sveglio con la notizia di un altro squat sgomberato, di un’altra persona picchiata o arrestata. Stiamo assistendo a una nuova campagna persecutoria in cui la destra imbaldanzita cerca di vendicarsi dopo gli anni vissuti sotto un governo di sinistra, concentrandosi ironicamente su coloro che ne erano estranei e contro l’amministrazione Syriza che, pur avendo messo in atto alcune forme repressive, lo ha fatto utilizzando una strategia più complessa, ingannevole e indiretta.

Alcuni anarchici della vecchia guardia descrivono i fatti odierni come nient’altro che un ritorno all’epoca pre-Syriza. Tuttavia, trovandosi ad affrontare il rapido e costante attacco al nostro movimento e alla nostra infrastruttura, anche coloro che erano presenti negli anni Ottanta - momento della rinascita del movimento ellenico - ammettono che ciò che sta accadendo ora potrebbe superare tutte le precedenti ondate repressive messe in atto dalla Giunta militare che governò in Grecia dal 1967 al 1974.

Lo Stato sta sferrando attacchi di ogni genere, cercando sia di distruggere il movimento anarchico sia di revocare quelle libertà che hanno reso la Grecia unica rispetto agli altri stati-nazioni occidentali. “Legge e ordine” è la bandiera sotto la quale la nuova amministrazione sta portando avanti questa campagna di vendetta.

Poliziotti che picchiano e arrestano alcuni giovani.

Le cose potrebbero andare peggio. Negli Stati Uniti questo tipo di violenza di Stato è la norma; repressioni anche più brutali si stanno verificando in altre parti del mondo. Io desidero semplicemente riportare ciò che sta accadendo in Grecia, soprattutto ad Atene, in questi giorni cupi. Ribadisco il mio sostegno alle lotte che stanno svolgendosi dal Cile a Hong Kong in risposta alla ristrutturazione capitalista mondiale. Spero di ispirare più solidarietà e assicurarmi che ciò che sta accadendo qui non passi sotto silenzio.

A partire dal 20 novembre, il cosiddetto “Ministero per la protezione dei cittadini” ha ufficialmente concesso agli squat greci rimasti quindici giorni di preavviso per evacuare o affrontare uno sgombero coatto [oggi, i media hanno pubblicato qui una mappa degli squat minacciati]. Nella dichiarazione, gli occupanti sono esortati a mettersi in contatto i proprietari per stipulare contratti di locazione e dichiarare che gli immigrati saranno trasferiti in “alloggi interni.” Mentre buona parte degli edifici occupati è di proprietà dello Stato, anche nei casi in cui i proprietari non abbiano fatto nulla per cacciare gli squatter, i funzionari governativi li hanno messi sotto pressione o si sono inventati delle giustificazioni per gli sgomberi come, per esempio, accuse di spaccio o di fabbricazione di armi. Considerando che la maggior parte degli squat sostiene rigide politiche anti-droga e che è ben consapevole del rischio di raid improvvisi e di quello legato alla produzione di armi, queste sono solo calunnie smaccatamente infondate e disoneste. Montature come queste forniscono anche la scusa per sgomberare squat come quello di Lelas che è stato occupato per oltre vent’anni, indipendentemente dal fatto che vi siano pressioni da parte dei proprietari o prove concrete di attività illegale. Con i P.M. nominati da Nuova Democrazia, la legislazione sugli alloggi non rappresenta più un problema per il regime attuale.

Parlando invece di “sistemazioni interne” per i migranti, non è difficile cogliere un chiaro riferimento ai campi di concentramento. Quando abbiamo completato l’ultima intervista, era stato segnalato che solo 150 immigrati erano stati sgomberati durante i raid del 26 agosto. Oggi, secondo le stime ufficiali, gli evacuati sono stati ben oltre 500. Tra gli squat che ospitavano rifugiati che sono stati sgomberati a partire da quella data ricordiamo anche 5th School nel quartiere ateniese di Neapoli, uno squat senza nome nei sobborghi di Omonia, Hotel Oneiro e Clandestina in Exarchia.

I deportati dallo Stato da questi squat sono stati trasferiti in centri di detenzione o in campi di concentramento dislocati in aree periferiche, nascosti all’opinione pubblica. In molti sono stati allontanati a causa del sovraffollamento, lasciati senza un tetto ed esposti alla tratta di esseri umani e ad attacchi di fascisti e polizia. A quanto si dice, gli alloggi all’interno di questi centri sono di poco migliori. Parecchie storie non sono state raccontate perché si sono perse le comunicazioni con molti di loro.

Alcuni degli sgomberati di Clandestina si sono rifiutati di salire a bordo dell’autobus che li avrebbe portati in uno di questi lager; gli agenti hanno sottratto loro i documenti e li hanno costretti a percorrere 16 chilometri sotto la pioggia battente senza nemmeno sapere dove fossero diretti. Per la polizia sta diventando prassi comune rubare i documenti dei rifugiati o degli immigrati che oppongono resistenza, e questo complica futuri incontri con le forze dell’ordine. In queste strutture sovrappopolate, le condizioni igieniche sono pietose; alcuni gruppi fascisti hanno colpito i residenti con pietre e hanno organizzato barbecue a base di carne di maiale al di fuori dei campi nella speranza di offendere coloro che pensano essere musulmani. Questa settimana, il governo ha pubblicato un piano per ridurre ulteriormente le procedure di accoglienza per gli immigrati, finanziando invece nuovi centri di detenzione in scuole o su terreni abbandonati ai margini delle città e lontani dai luoghi turistici.

Il 2 novembre, la polizia ha fatto irruzione e sgomberato lo squat Vancouver - sorto 14 anni fa nei pressi della facoltà di Economia di Atene - arrestando quattro persone, nascondendo droga nei locali, distruggendone l’interno, rapendo parecchi cani e sigillando l’edificio dopo aver intrappolato dei gatti al suo interno. In seguito allo sciopero della fame di un animalista, e dopo una serie di pressioni legali, i poliziotti hanno autorizzato una persona a entrare nella struttura per liberare i felini che gli agenti avevano deciso di far morire di fame come forma di ripercussione. Prima casa occupata anarchica a essere sgomberata formalmente, Vancouver era molto amato da parecchi anarchici, a prescindere dalle incomprensioni che hanno afflitto il movimento greco.

Una reazione allo sfratto dello squat Vancouver.

A Larisa, appena fuori Atene, lo squat Palmares è stato sgomberato. A Salonicco - dove, nel gennaio 2018, i fascisti diedero alle fiamme la casa occupata Libertatia durante una manifestazione nazionalista per il nome della Macedonia - gli squatter avevano quasi finito di sistemare l’edificio; la polizia li ha attaccati, arrestando quattro persone e costringendo gli occupanti a interrompere i lavori di ristrutturazione con il pretesto assurdo che stessero “distruggendo” un sito storico.

Inizialmente, il Governo aveva dichiarato che tutti gli squat sarebbero dovuti essere sgomberati per il 17 novembre - giorno in cui, nel 1973, la Giunta Militare uccise decine di persone dopo aver attaccato il Politecnico di Exarchia con un carroarmato. Ora che questo termine è scaduto, una nuova dichiarazione del Governo annuncia che tutti gli squat saranno evacuati il 5 dicembre, ventiquattr’ore prima dell’anniversario del giorno in cui la polizia ellenica assassinò, in Exarchia, il quindicenne disarmato Alexis Grigoropoulos. Le due date sono state scelte a mo’ di provocazione, per affermare in modo esplicito la matrice statale dell’omicidio di giovani civili e per reprimere i movimenti che li commemorano.

Il Governo ha rapidamente convogliato una gran quantità di risorse aggiuntive nei corpi di polizia allo scopo specifico di attaccare le comunità d’immigrati presenti ad Atene e reprimere squatter e movimenti anarchici. Syriza aveva smantellato la squadra Delta, agenti in motocicletta utilizzati per picchiare e terrorizzare i manifestanti di Exarchia, affidandosi invece alla MAT. Ora 300 nuovi poliziotti Delta si aggirano per le strade sotto il nuovo nome di OPKE, che potrebbe essere tradotto come “Squadre di prevenzione e repressione del crimine.” Loro sono tornati ufficialmente nelle strade.

Nuova Democrazia ha creato anche un nuovo corpo di polizia - vergognosamente chiamato Pantere Nere per via delle uniformi che indossano - che pattuglia metropolitane e zone turistiche di Atene. La regolamentazione dei trasporti e l’applicazione delle tariffe sono già diventate più rigide; ora esiste una forza di polizia preposta solo a questo. La MAT - l’unità antisommossa incaricata di reprimere i manifestanti - si occupa di evitare che gli squat sgomberati siano rioccupati, di attaccare i manifestanti e di circondare quotidianamente il quartiere di Exarchia; a partire dal 17 dicembre alla MAT sono state aggiunte altre 1500 unità.

Gli agenti sulle strade sono visibilmente più spavaldi. Ne ho visti alcuni molestare apertamente le donne; minacciano chiunque sospettino possa essere loro nemico. La loro brutalità è intensa e sorprendentemente casuale. Con una grottesca appropriazione delle strategie che i manifestanti cileni e di Hong Kong utilizzano per respingere le squadre antisommossa, i poliziotti usano puntatori laser per indicare i loro bersagli nelle strade; a volte, quando non hanno niente di meglio da fare, si divertono a puntarli negli occhi della gente. Questo è accaduto a me e ad alcuni miei conoscenti.

È sufficiente essere nei paraggi di uno scontro, indipendentemente dalla partecipazione a esso, per essere attaccati dalla polizia; non dovendo affrontare alcun rischio legale, gli agenti cercano di esercitare massimo potere contro tutta la popolazione e ognuno di loro è orgoglioso della facoltà di cui è stato investito. Di recente, un noto anarchico è stato arrestato solo per essersi seduto in Piazza Exarchia. I poliziotti gli hanno strappato i vestiti e lo hanno molestato sessualmente mentre urlavano “La Giunta è tornata.”

Cambiamenti significativi sono stati introdotti anche in ambito politico come, per esempio, l’estensione della pena minima da 17 a 22 anni per i detenuti incarcerati con l’accusa di terrorismo, indurendo le condizioni per il rilascio e intensificando le pene per le violazioni della libertà vigilata; le condanne per chi prende parte a tumulti e per chi utilizza bombe Molotov sono state inasprite; leggi più severe sulla violazione di domicilio colpiscono specificamente le proteste che entrano “illegalmente” negli edifici, un attacco che mira a colpire gruppi come Rouvikonas che s’introducono negli stabili quando si tratta di protestare contro le condizioni lavorative o lo sfruttamento da parte di capi o datori di lavoro. Sforzi costanti sono compiuti per punire chi sostiene o parla di resistenza, essenzialmente criminalizzando il contenuto radicale in sè. Il nuovo Governo greco vuole modernizzare l’apparato e le pratiche statali repressive per essere all’altezza di quello statunitense. Gli ufficiali nominati dal Ministero per la protezione dei cittadini, dopo essersi consultati con svariate agenzie straniere, FBI inclusa, stanno investendo sulle ultime tecnologie come, per esempio, droni e cyber-sorveglianza.

La polizia ha riportato in auge ulteriori metodi per intimidire e sorvegliare a tutto tondo. Prima delle manifestazioni, gli agenti si sono presentati alle porte di imputati anarchici per intimidirli - una strategia utilizzata sotto Syriza ma in modo meno sistematico e meno intenso. Gli anarchici hanno rinvenuto localizzatori GPS applicati alle loro automobili e notato telecamere posizionate in veicoli fuori dalle loro abitazioni. Due notti fa, a Exarchia, gli anarchici hanno notato un’auto contenente apparecchiature di sorveglianza malamente camuffate parcheggiata all’esterno degli uffici di Class Counterattack e di Mikro Café. Quando sono andati a fotografare la macchina, decine di poliziotti antisommossa hanno iniziato a brulicare nella zona per scortare i due agenti sotto copertura che stavano spostando il veicolo.

Il Primo Ministro Kyriakos Mitsotakis gongola per le nuove misure repressive.

L’8 novembre, la polizia ha effettuato raid antiterrorismo per colpire decine di case sospettate di essere la residenza di anarchici collegati al collettivo Organizzazione di Autodifesa Rivoluzionaria. Le autorità sostengono di aver sequestrato parecchie armi, tra cui alcune pistole utilizzate in precedenti attacchi contro l’Ambasciata messicana e contro il quartier generale del PASOK, il partito socialista, sede di una delle principali stazioni della polizia antisommossa MAT presente in Exarchia. Durante queste incursioni sono state arrestate tre persone; è probabile che con questa persecuzione volessero sperimentare le nuove misure punitive. L’attuale Primo Ministro si è vantato di come questi arresti siano una vittoria per lo Stato.

In seguito dell’abolizione formale del diritto di asilo universitario, la polizia è entrata nelle università, come nella Facoltà di Economia di Kipseli, per sgomberare i centri sociali occupati noti come steki. Le forze dell’ordine stanno minacciando gli steki non ancora evacuati e mettendo sotto pressione il personale amministrativo per riuscire a entrare nei campus. All’interno degli atenei, gruppi di destra come il Partito della Gioventù, affiliato a Nuova Democrazia, sono stati incoraggiati ad assalire antifascisti e anarchici, ad aggredire chi affigge volantini e a marciare apertamente contro gli immigrati.

Le squadre antisommossa assaltano la facoltà ateniese di Economia.

Nonostante i costanti attacchi sferrati da ogni dove, continuano ad aver luogo le manifestazioni e i piccoli scontri a esse collegati. Molti hanno previsto che il 17 novembre avrebbe rappresentato il futuro d’importanti anniversari che rivoluzionari e anarchici hanno utilizzato per incoraggiare una tradizione di resistenza e lotta.

Il 17 novembre 1973 segnò sia la rinascita del movimento anarchico del XX secolo sia l’emergere di Exarchia come zona di attività antifasciste e antipoliziesche. Molti anarchici hanno celebrato quest’anniversario occupando il Politecnico e onorando la memoria di chi è stato assassinato dalla polizia; quest’anno la manifestazione diurna che si è mossa verso l’ambasciata americana - non dobbiamo dimenticare che gli USA supportarono i Colonnelli per mantenere la Grecia una roccaforte di destra in seguito a una guerra civile tra sinistra e destra - ha registrato un’affluenza mai vista prima. Migliaia di anarchici hanno partecipato alla marcia in due blocchi; il più imponente dei due è stato isolato dalla polizia con oltre 500 agenti in assetto antisommossa che camminavano fianco a fianco dei dimostranti.

In previsione delle tradizionali rappresaglie notturne intorno al Politecnico di Exarchia, la polizia ha completamente militarizzato il quartiere. La squadra Delta si è mossa in gruppi di dieci, mentre centinaia - se non migliaia - di agenti in assetto antisommossa hanno circondato il quartiere. In passato, quando operazioni come questa avevano luogo, gli anarchici salivano sulle sommità degli edifici di Exarchia per combattere; quest’anno gli agenti, equipaggiati con droni e nuove misure antiterroristiche che hanno permesso loro di entrare negli edifici senza dover rispettare la legge, hanno arrestato sei persone accusandole di aver pianificato attacchi dai tetti.

Accerchiati e angariati dallo Stato, e nonostante tutto giocasse a loro sfavore, alcune centinaia di compagni e compagne coraggios* sono riusciti a entrare in Exarchia per sfondare i cordoni della Polizia ed entrare al Politecnico bloccato. Un imponente numero aggiuntivo di agenti della squadra Delta e in assetto antisommossa li ha bombardati con gas lacrimogeni e granate assordanti. Numerosi filmati mostrano i poliziotti picchiare selvaggiamente persone a caso che, in molti casi, sono rimaste ferite seriamente e, al momento, si trovano a dover affrontare pesanti accuse. Siamo a conoscenza di ventotto arresti ad Atene il 17 novembre - sei effettuati durante le misure preventive diurne e ventidue durante gli scontri notturni; almeno altre trentun persone sono state fermate in tutta la Grecia a seguito di manifestazioni che hanno coinvolto anarchici a Salonicco, Patrasso, Heraklion e in altre città. Il giorno dopo, gli agenti hanno brutalmente attaccato una marcia organizzata in solidarietà agli arrestati.

Dopo un attacco alla moto di agente Delta avvenuto due settimane fa, la polizia ha assaltato un bar frequentato da anarchici; non riuscendo a entrare, gli sbirri si sono accaniti sulla folla radunatasi all’esterno per osservare, mettendo poi a ferro e fuoco il quartiere e arrestando e picchiando gente a caso. Il Governo arruola specificamente uomini estremamente reazionari affinchè terrorizzino Exarchia - di solito persone insicure provenienti da fuori Atene, spesso legate al gruppo neonazista Alba Dorata - per i quali si tratta di una resa dei conti personale.

Oltre alla repressione statale, quali sono gli altri fattori che stanno contribuendo a plasmare la situazione?

Mentre la nuova amministrazione sfrutta anarchici e immigrati come capri espiatori per la rabbia e la povertà della Grecia post-crisi, i capitalisti stanno sferrando un attacco alla nazione intera sotto la copertura di “legge e ordine.” Per parecchi anni la Chiesa Ortodossa e i sostenitori della Giunta hanno ricoperto un ruolo importante nella società ellenica; ma grazie a nuove opportunità per i capitalisti, ai progressi tecnologici e all’esodo di giovani in fuga per cercare di lavoro, i reazionari hanno preso il sopravvento.

Come risultato della legislazione sui visti d’oro greci - grazie alla quale chi investe almeno $250.000 in immobili ottiene automaticamente il permesso di residenza per gli investitori - ricchi americani, cinesi, israeliani e russi in cerca della cittadinanza europea stanno acquistando parecchie proprietà. Questo processo, che ha avuto inizio con la crisi del 2009, ha subìto un’impennata grazie all’arrivo del partito business-friendly Nuova Democrazia.

Come affermato nell’intervista precedente, l’invasione di Airbnb e di tecnici stranieri capaci di lavorare in remoto ha spinto gli affitti alle stelle e ha gonfiato il valore degli immobili ovunque. Come è accaduto a Londra, Berlino, San Francisco, New York e Hong Kong, tutto ciò ha contribuito a scacciare o a impoverire coloro che definiscono la reputazione di queste città rinomate. Soprattutto ad Atene, la cultura del centro - inclusi graffiti, bar, ristoranti e altro - sta subendo, insieme al processo di gentrificazione, una mercificazione. Siamo stati trasformati in uno zoo per chi può permettersi di pagare per l’“Athens Experience.” Exarchia è solo un esempio di un fenomeno molto più diffuso.

In questo contesto, lo sgombero degli squat e gli sforzi per rendere tranquilli i quartieri non servono solo per riaffermare “legge e ordine,” sono anche una parte essenziale della ristrutturazione capitalista. In passato, gli edifici sgomberati sarebbero rimasti vuoti per anni ma ora i gentrifier sono in agguato per prenderne il controllo. La polizia è solo la punta dell’iceberg; alle spalle di tutto questo soggiace il desiderio di mettere la Grecia all’asta proponendola alla classe capitalista mondiale, impoverendo ulteriormente molti locali e premiando, invece, i complici necessari perché questo avvenga.

Il nuovo Governo si è affrettato a tagliare le tasse per i ricchi e a soddisfare i loro interessi. Di recente ha venduto alla Cina una buona fetta del più grande porto ateniese e ha acconsentito alla costruzione di una base militare nella città di Alessandropoli, al confine con la Turchia. Mentre cercano di privatizzare e modernizzare, tutta la Grecia è in vendita.

Ironicamente, pur colpendo anarchici e immigrati nel nome di “legge e ordine,” il Governo continua a far confluire lo spaccio di droga in quartieri come Exarchia e Omonia, abitato da una maggioranza di immigrati. Questo serve per mantenere la parziale illusione che squat anarchici e immigrati siano collegati allo spaccio di stupefacenti e alla piccola criminalità, quando, invece, rappresentano per loro una delle principali alternative. A tal proposito, la diffusione di droga serve a mantenere lo status quo perché, fornendo un pretesto per incolpare e reprimere, il governo non è realmente incentivato a farle la guerra. Così Thanos Plevris1, parlamentare di Nuova Democrazia, ha dichiarato in televisione, spiegando la loro strategia,

“Vogliamo che Exarchia ritorni alla normale criminalità.”

Nonostante il nazionalismo e il razzismo diffusi, la Grecia è stata a lungo rinomata per essere una società lassista se paragonata al Nord Europa o al Nord America. È famosa per bere all’aperto, fumare all’interno, e per forze dell’ordine disorganiche. Le norme dell’Unione Europea vietano il fumo all’interno dei locali; in tutto il Paese si possono vedere cartelli con la scritta “vietato fumare” accanto a tavolini muniti di posaceneri. Ora le autorità stanno sanzionando i negozi e minacciando i proprietari di revocare le loro licenze perché consentono di fumare all’interno; probabilmente, il Governo si avvarrà di tutto ciò per colpire attività avverse alla polizia o sospettate di ospitare regolarmente anarchici e immigrati.

Per la prima volta da cinque anni a questa parte, la polizia ha arrestato una persona per non aver pagato il biglietto della metropolitana. Gli agenti hanno fatto irruzione in una discoteca nel quartiere ateniese di Gazi con una specia di operazione in stile Miami Vice durante la quale 300 partecipanti sono stati tenuti sotto tiro da poliziotti nerovestiti in cerca di droga. Quello che sta accadendo non è solo una guerra politica contro immigrati e anarchici; è anche una guerra culturale sul tipo di libertà “Mediterranea” che ha contribuito a definire la Grecia come risultato di processi di modernizzazione più lenti.2 L’applicazione rigida di quell’ordine sterile che definisce nazioni come gli Stati Uniti è lo standard che Nuova Democrazia spera di imporre in Grecia.

In breve: neoliberismo, tecnocrazia, chiesa e tradizione sono alla base di tutto. Questo è ciò che Nuova Democrazia intende per “legge e ordine.”

La polizia greca confisca un container carico di libri in piazza Exarchia.

Quanto è stata efficace finora la repressione statale?

Gli anarchici greci hanno versato parecchio sangue per conquistare tutto ciò che hanno ottenuto. Sia Exarchia come la conosciamo oggi sia l’odierno movimento anarchico ellenico affondano le loro radici nel sangue e nel coraggio. L’anarchismo è alla base della società greca e non sarà mai debellato. Facendo una proporzione con la popolazione, credo che al mondo non esista un movimento anarchico più vasto di questo. Mentre il numero di anarchici, anti-autoritari e autonomisti è ai massimi storici, la repressione sta prendendo di mira le infrastrutture del movimento, cambiando le carte in tavola in modo rapido ed efficace.

Voglio ora spendere un paio di parole sulle diverse forme di repressione esistenti in Grecia: una delle novità è rappresentata dai progressi in ambito tecnologico della polizia greca tra i quali possiamo annoverare sorveglianza, misure più rigide contro il terrorismo e pene più severe. La polizia e il sistema giudiziario americani sono spietati nelle loro incessanti indagini, nella repressione premeditata e nelle pene inflitte; inoltre, quella americana uccide molte più persone di quella greca - soprattutto neri e indigenti. D’altro canto, qui, gli agenti hanno la facoltà di picchiare più liberamente i manifestanti.3 Entrambi i sistemi sono brutali; ma fino a ora, la polizia greca c’è andata giù più duramente e, probabilmente, in modo meno sistematico.

È importante ricordare la storia ellenica per capire come funziona lo Stato qui. Dalla caduta della Giunta, il movimento anarchico greco non ha subìto la durissima persecuzione osservata negli Stati Uniti sotto il Maccartismo, quando l’FBI reprimeva chiunque avesse posizioni di sinistra o anarchiche. L’abbandono di ogni forma presunta di democrazia e dei diritti legali sta avvenendo in modo così improvviso e rapido da aver sorpreso molti.

Tuttavia, se analizziamo tutto ciò che è accaduto altrove negli ultimi due decenni, dalla militarizzazione della polizia allo smantellamento delle reti di sicurezza alla base del precedente contratto sociale, sembra impossibile pensare che ciò non sarebbe accaduto - tenendo in considerazione soprattutto la velocità con cui, oggigiorno, i cambiamenti si espandono globalmente. In ogni caso, possiamo sperare che qui lo spirito combattivo, nato da così tante esperienze di lotta, riuscirà infine ad adattarsi, crescere e vincere.

Perché pensi che per lo Stato sia stato possibile realizzare questa repressione? Il movimento anarchico è isolato? Cosa stanno facendo *gli altri* in Grecia in questo momento? Su cosa si stanno concentrando le persone al di fuori del movimento anarchico?

Quando Nuova Democrazia è salita al potere, il movimento anarchico sapeva che si sarebbe assistito a un grande cambiamento. Tuttavia, in pochi avevano previsto tale tattica della “terra bruciata.” Il movimento è molto diverso qui rispetto agli Stati Uniti. Come ho detto, se facessimo una proporzione prendendo in considerazione il numero di abitanti ci renderemmo conto che è enorme; tuttavia, è in qualche modo isolato e questo potrebbe non essere di aiuto alle nostre lotte.

Gli anarchici e la sinistra hanno un rapporto teso; quest’ultima, qui, è apertamente autoritaria e, sotto molti aspetti, connivente con l’attuale sistema. Anche se in teoria l’abrogazione delle leggi sul diritto di asilo universitario potrebbe offrire ai due gruppi un buon motivo per coalizzarsi contro un nemico comune, risulta difficile immaginare che questi si uniscano contro la destra e le istituzioni statali. Al contrario, la sinistra vuole rivendicare lo Stato, non distruggerlo. Il problema è diventato evidente quando, nel 2012, molte persone hanno smesso di partecipare alle mobilitazioni di massa al culmine del loro potenziale aspettandosi che Syriza sarebbe salito al potere e avrebbe sistemato le cose; come conseguenza di questa smobilitazione, la gente non era pronta a obbligare Syriza a mantenere le sue promesse e questo ha contribuito alla disillusione grazie alla quale Nuova Democrazia è salita al potere.

Inoltre, ci sono altre questioni legate all’isolamento del movimento e ai divari esistenti tra i gruppi al suo interno.

Una di queste è che il movimento ha potuto contare un numero abbastanza vasto di individui per essere autosufficiente, con la conseguenza che può anche essere insulare. Inoltre, mentre negli anni sono state costruite un gran numero d’infrastrutture, parecchie divisioni sono scaturite dalle lotte intestine che hanno visto le persone rimanere fedeli ai propri gruppi, fazioni o coalizioni per dirimere delle controversie alle quali non sono state trovate soluzioni. Questo accade in qualunque parte del mondo; sfortunatamente in Grecia, vista la frattura già esistente, tutto ciò ha permesso allo Stato di passare direttamente alla fase di “conquista” della sua strategia “dividi e conquista.”

Negli Stati Uniti, a causa della diversità della società e del numero relativamente piccolo di anarchici che si definiscono tali, sembra che questi siano costretti a trovare affinità con altre persone arrabbiate o comunità in difficoltà che potrebbero non rivendicare esattamente la stessa identità o affiliazione politica e questo è un bene.

Di sicuro, in Grecia, esiste uno sforzo congiunto che implica la collaborazione con rifugiati, immigrati e classe operaia o greci emarginati, e tutto ciò ha creato rapporti e progetti meravigliosi. Tuttavia, alcuni anarchici tendono a considerare queste persone come soggetti distinti anziché come compagni con cui costruire qualcosa collettivamente anche se ci sono delle eccezioni come, per esempio, la partecipazione di quegli immigrati che hanno intessuto rapporti con gli anarchici che li avevano sostenuti durante la “crisi dei rifugiati.” Tuttavia, persistono dei gradi di separazione che impediscono l’ulteriore diffusione della rivolta.

Nonostante questi problemi, il movimento anarchico è molto forte. Le persone sono nervose in questo momento, ma la paura è un ostacolo che ogni lotta deve superare. Indipendentemente da questo timore, la gente continua a organizzarsi, cercando di superare poco a poco le divisioni e gli impedimenti esterni. Sfinimento e cinismo possono essere inevitabili quando lo Stato ti colpisce duramente e ti logora, ma le comunità anarchiche greche non saranno mai sradicate. In troppi hanno lottato, sofferto e trovato sicurezza e condivisione nell’anarchia.

Inoltre, laddove dovremmo capire quali sono i nostri punti deboli, i nostri errori e i modi in cui possiamo migliorarci, la colpa di questa repressione poggia tutta sulle spalle dello Stato e dei suoi burattini. Attualmente, la polizia e i suoi padroni hanno tutte le probabilità a loro favore; sono dei vigliacchi che possono sfoggiare in pubblico le loro costose armi senza rischiare ripercussioni legali. La nostra risposta, la nostra resistenza, è radicata nella forza dei nostri animi e nel coraggio dei nostri cuori. Al momento lo Stato si trova in vantaggio, ma non penso che dovremmo assumercene la colpa; dato che il conflitto sta diventando sempre più acre in tutto il mondo, dobbiamo aspettarci che, qui, la strategia dello Stato s’intensificherà. Mentre ci troviamo all’angolo, in Grecia emergeranno nuovi elementi di rivolta.

La repressione di cui siamo oggi testimoni è unica nella nostra esperienza, ma loro non potranno mai piegare i nostri animi. Stanno colpendo un leone in gabbia; e, alla fine, il leone riuscirà a spezzare queste sbarre.

Lo steki anarchico nella Facoltà di Economia.

Cosa c’è in gioco a dicembre? Quali sono i pericoli? E ci sarebbero nuove opportunità se le persone potessero cambiare strategia?

In previsione del 6 dicembre, anniversario dell’assassinio di Alexis Grigoropoulos, mi aspetto che i poliziotti cercheranno di fare una carneficina. Prima del 17 novembre, durante una cena in un villaggio, un Commissario fu sentito dire che si sarebbe sorpreso se quel giorno gli agenti non avessero ucciso nessuno. Il 17 novembre non è scappato il morto, anche se le riprese video dei pestaggi mostrano che non ci avrebbero pensato due volte se fosse stato necessario, quindi chissà cosa tenteranno il 6 dicembre.

Da quel che ho potuto vedere il 17 novembre, penso che raddoppieranno gli sforzi per reprimere con ferocia. Saranno schierati al gran completo, faranno arresti preventivi e picchieranno chiunque si troverà per le strade di Exarchia quella notte. Penso che permetteranno una manifestazione diurna in memoria di Alexis per mantenere la facciata della democrazia, ma, come hanno fatto il 17 novembre, circonderanno tutti gli anarchici e risponderanno brutalmente se qualcuno cercherà di oltrepassare il limite.

Macchie di sangue sulle strade di Exarchia nella notte del 17 novembre.

Non so cosa accadrà il 6 dicembre, so però che il ricordo di Alexis e il modo in cui la sua morte ha toccato l’esistenza di così tante generazioni sono molto più potenti dei programmi egoistici di politici che, come Mytsotakis, sono nati con la camicia.

Nel complesso, penso che lo scopo delle risorse che stanno investendo nella repressione sia sostanzialmente quello di distrarre gli elettori di Nuova Democrazia dalle più gravi questioni economiche e sociali in atto oggi in Grecia. Credo che le risorse dello Stato si concentreranno a tal punto sulla distruzione del movimento anarchico e sulla tortura degli immigrati che, alla fine, i civili greci si renderanno conto ancora una volta che la precarietà in cui si trovano a vivere non è cambiata. Questo non è affatto garantito perché, come si può vedere con i sostenitori americani di Trump, il fascismo assoluto offre alcuni metodi molto efficaci d’inganno e controllo.

Penso che il movimento dovrà lottare più duramente in questi giorni bui ma credo che, alla lunga, diventeremo più forti grazie a queste prove. Le persone continuano a organizzarsi e ad agire; nonostante la paura, siamo ancora nelle strade. Le centinaia di manifestanti che il 17 novembre hanno scatenato piccoli scontri in Piazza Exarchia erano come un Davide senza fionda di fronte a un Golia in un carroarmato. Eppure, mentre avrebbero potuto decidere di starsene tranquilli a casa, hanno scelto di scendere in piazza.

Per rimanere in tema, dovremmo ricordarci che nel 1995 la polizia arrestò chiunque, mentre nel 1996 non accadde quasi nulla. In quel periodo, nessuno poteva prevedere le esplosioni che si sarebbero verificate durante i Giochi Olimpici del 2004 e, su una scala molto più vasta, nel dicembre 2008, né ciò che accadrà ora.

L’ondata di repressione nel 1995.

Ancora una volta, cosa può fare chi non vive in Grecia per sostenere questa lotta?

Gli stati-nazione neoliberisti e gli speculatori da cui traggono beneficio mantengono salda la loro rotta post-industriale, forzando una visione feudale sull’umanità. Questo sta avvenendo a livello globale, dalla Grecia al Cile, dagli Stati Uniti alla Cina. Più che mai in questi giorni oscuri, la solidarietà deve essere la nostra arma.

Sarebbe molto importante se poteste venire qui per aiutare rifugiati e immigrati poiché le risorse saranno sempre più ridotte e il Governo imporrà deliberatamente loro condizioni di vita ancora più dure e terribili. Anche se veniste solo per fare volontariato, qualsiasi aiuto sarebbe un importante atto di solidarietà perché mostrerebbe anche che non sono stati dimenticati.

Man mano che saremo colpiti dalle nuove forme repressive e punitive, raccolte fondi saranno sempre più necessarie. Continuate a seguire ciò che accade qui; non permettete allo Stato di isolarci dai nostri compagni e compagne di tutto il mondo. Anche le dimostrazioni nelle ambasciate - o al loro interno - aiuteranno.

Soprattutto, come ho detto in agosto, la cosa migliore che può essere fatta per sostenere il movimento greco è organizzare e combattere lo Stato e il capitalismo ovunque vi troviate, indipendentemente dalle probabilità. Il movimento anarchico non ha confini. Impara dalle nostre perdite e diventa più forte. Esortiamo all’azione tutti coloro che condividono il nostro malcontento e il nostro impegno di solidarietà. Sosteniamo che la loro repressione, il loro isolamento e le loro prigioni non potranno mai uccidere questo spirito.

La nostra passione per la libertà è alla base della nostra solidarietà ed è il fondamento della nostra lotta.

  1. Plevris è un classico esempio di come le politiche del partito fascista Alba Dorata siano diventate mainstream in Nuova Democrazia. Nel 2011, affermò che la Grecia avrebbe dovuto usare la forza bruta contro i rifugiati che cercavano di attraversare la Grecia e negare accesso a cibo, acqua e assistenza sanitaria agli immigrati.
  2. Che ci crediate o no, quando è uscito il film Joker, la polizia ha fatto irruzione nei cinema per controllare i documenti di identità degli astanti, minacciando i genitori che avevano portato i figli a vederlo che, come conseguenza, un giorno avrebbero potuto perderne la custodia.
  1. Plevris è un classico esempio di come le politiche del partito fascista Alba Dorata siano diventate mainstream in Nuova Democrazia. Nel 2011, affermò che la Grecia avrebbe dovuto usare la forza bruta contro i rifugiati che cercavano di attraversare la Grecia e negare accesso a cibo, acqua e assistenza sanitaria agli immigrati. 

  2. Che ci crediate o no, quando è uscito il film Joker, la polizia ha fatto irruzione nei cinema per controllare i documenti di identità degli astanti, minacciando i genitori che avevano portato i figli a vederlo che, come conseguenza, un giorno avrebbero potuto perderne la custodia. 

  3. Questo non perché la polizia negli USA sia più etica; è piuttosto una caratteristica della condotta della polizia greca, in parte perché questa non deve affrontare lo stesso sistema giudiziario statunitense. Qui è difficile che qualcuno intenti causa e sarebbe improbabile che una tale accusa potesse essere presa sul serio se il pestaggio si fosse verificato durante una manifestazione. Anche se un’azione legale dovesse avere successo, il risarcimento sarebbe decisamente inferiore rispetto a quello che si potrebbe ottenere vincendo una causa contro la polizia negli Stati Uniti.